I negoziati con l’Intesa per l’entrata in guerra dell’Italia
Nei primi mesi del 1915 l’orientamento del governo italiano circa l’alleanza e l’entrata in guerra del paese appare più chiaro. Sono in corso i negoziati con l’Intesa. Si è ormai giunti alla fase finale, ma vi sono ancora incertezze e problemi, così come si rileva nella pagina del 26 marzo 1915 del diario di un diplomatico italiano dell’epoca, Luigi Aldrovandi Marescotti: “Imperiali, l’ambasciatore d’Italia a Londra, telegrafa che Grey, il suo interlocutore per le potenze dell’Intesa, lo ha convocato ieri. Grey gli ha detto di aver impostato con gli alleati la questione nei semplici termini seguenti: o accettare le condizioni italiane, o rinunciare definitivamente alla cooperazione dell’Italia.”
La soluzione di compromesso per accontentare la Russia
Tuttavia, nel caso in cui la Russia opponesse un rifiuto definitivo a causa della Dalmazia, Grey ha escogitato una soluzione che, pur dando ragione al nostro interesse primario di assicurare la nostra posizione in Adriatico, e garantendoci contro ogni pericolo futuro da parte di chicchessia, tenga conto dei desideri slavi di non essere rinchiusi ed esclusi da ogni possibilità di sviluppo commerciale ed economico. Si tratterebbe, in conclusione, di lasciar Spalato alla Serbia attribuendo all’Italia Zara e Sebenico, con le isole indispensabili alla nostra difesa strategica, stabilendo la neutralità di tutta la costa, da Spalato alla Vojussa.
Le condizioni dell’alleanza tra l’Italia e le potenze dell’Intesa
Imperiali osserva che, con la soluzione su accennata, Grey ha mirato evidentemente a lasciare una porta aperta per impedire un naufragio totale. Avverte: “Siamo sul punto saliente del negoziato. Grey ha anche soggiunto che sentendosi poco bene, conta di partire la settimana prossima da Londra, per 10 giorni”. Successivamente le condizioni dell’alleanza diventano ancora più chiare. Le tre potenze alleate offrono all’Italia la costa adriatica della Dalmazia fino al capo Planka, le isole di Lisa, Busi, Cazza, Lagosta, Pelagosa e alla Serbia il resto del litorale dalmata.