Uno dei periodi di maggiore splendore di questa meravigliosa isola si realizza durante la prima fase della dominazione borbonica.Carlo III fa di Procida una delle sue preferite riserve di caccia. In questo quadro la popolazione vive un notevole miglioramento delle proprie condizioni e la marineria procidana si sviluppa notevolmente. Procida è stata nominata capitale della cultura per il 2022 ma la sua bellezza e la sua amenità è una costante nel tempo.

Una delle più belle descrizioni la ritroviamo nel libro “ Cenni storici intorno alla città ed isola di Procida “ del sacerdote Michele Parascandola in una delle sue più belle edizioni del 1892. Tra l’altro troviamo scritto: “fra le isole che incoronano il bel Golfo di Napoli non è l’ultima Procida. Essa presenta tale un aspetto ameno e sorridente a chi vi arriva, percorrendo tutto il Golfo di Napoli che equivale ad un incanto.… L’aspetto della marina che è divisa in due lunghe braccia, l’ una a levante e l’altra a ponente offre nei mesi estivi ai cittadini amene passeggiate, e l’ammasso delle case di antica costruzione ed in parte rifatte ed abbellite presentano una vista superiore al concetto che di essa si ha potuto formare, chi vi arriva per la prima volta… Il suo circuito di sette miglia con giocondissimi recessi e promontori per quali ora si avanza e distende nel mare, ora dal mare si accorcia e ritira, accoppiata al la salubrità del suo aere , la faceva dire dal Celestino Guicciardini nel suo Mercurio Campano un bel formato giardino.…
La principale industria è il mare ed i molteplici legni mercantili lo dimostrano … Procida contava fino a 120 navi nel 1878 ma oggi un tale numero è decimato. La loro portata aveva raggiunto le 5600 tonnellate… La tessera distintiva dei procidani è la generosità, e lo dimostrano non solo le chiese che si reggono con lustro e splendore per l’obolo della pietà dei suoi cittadini e senza rendita alcuna, ma ancora le molteplici opere di beneficenza che vi esistono nell’isola.