La Rivoluzione Napoletana Dopo la Costituzione del 1860

Un’estate di tumulti, aggressioni, disordini, saccheggi e sollevamenti di piazza organizzati

Dopo la promulgazione della costituzione da parte di re Francesco II scoppiarono pericolosi tumulti tra la fine del giugno e l’inizio del luglio 1860. Tra le tante ci fu l’aggressione contro il barone Brenier, rappresentante di Napoleone III a Napoli. I disordini e i saccheggi si estesero per tutti i quartieri bassi. Furono attaccati anche i commissariati ed i posti di polizia. Qualcuno sosteneva che si trattasse di un movimento organizzato dagli uomini del partito reazionario, volendo in questo modo provocare la revoca della costituzione e il ripristino dello stato precedente. Il prefetto di polizia Liborio Romano ebbe un ruolo decisivo nel reprimere i moti di piazza.

L’istituzione della Guardia Cittadina, il ruolo dei camorristi e la rivoluzione delle classi medio alte

Prima di tutto si formò la Guardia Cittadina e, poi, si arruolarono molti camorristi usciti di galera affinché contribuissero, con il controllo del territorio, ad arginare la rivoluzione. L’operazione ebbe, almeno apparentemente, successo. Il 2 luglio cessò lo stato di assedio. Ma, come sottolineano gli storici, la rivoluzione passò in altro campo. Si trattava delle classi medio alte della società civile napoletana tra le quali gli impiegati, i funzionari di polizia, i professori universitari ed addirittura i prefetti. Seguirono nuovi scontri di cui furono protagonisti anche reparti dell’esercito, della appena costituita guardia cittadina e di nuovo del popolo.

L’istituzione della Guardia Nazionale e l’abbandono dei posti di comando da parte degli ex privilegiati

Finché il re decise di organizzare la Guardia Nazionale nominando come comandanti di battaglione noti gentiluomini napoletani. Il sollievo, tuttavia, anche questa volta fu momentaneo perché ormai tutta l’impalcatura del potere stava collassando. Ciò che maggiormente colpiva era il continuo abbandono dei posti di comando da parte di coloro che non avevano coraggio di condividere le responsabilità con quel potere che fino a quel momento li aveva largamente beneficati.

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